DOI: http://doi.org/10.6092/issn.2532-8816/13562

Abstract

In che modo uno storico della letteratura finisce per pensare in termini di z-scores, di analisi delle componenti principali o di coefficienti di clustering? I dieci saggi in A una certa distanza propongono un paradigma di analisi letteraria innovativo e straniante. Nel presentarli, Franco Moretti ricostruisce il proprio percorso intellettuale, le influenze teoriche sul suo lavoro ed esplora le polemiche che spesso si sono sviluppate intorno alle sue posizioni. Muovendo dal modello evolutivo di La letteratura europea (1993), passando attraverso le intuizioni geoculturali di Congetture sulla letteratura mondiale (2000), Il mattatoio della letteratura (2000) e Pianeta Hollywood (2001) fino a raggiungere i risultati quantitativi di Stile, SRL (2009) e gli schemi astratti di Teoria delle reti e analisi della trama (2011), il libro segue due decenni di esplorazioni critiche che sono arrivate a definire – ben oltre le aspettative del suo autore – un campo in crescita di studi letterari non ortodossi, che a dieci anni di distanza dalla pubblicazione dell’ultimo saggio continuano ad essere oggetto di ricerca e innovazione.

How does a literary historian end up thinking in terms of z-scores, principal component analysis, and clustering coefficients? The ten essays in Distant Reading led to a new and contested paradigm of literary analysis. In presenting them Franco Moretti reconstructs his intellectual trajectory, the theoretical influences over his work, and explores the polemics that have often developed around his positions. From the evolutionary model of «Modern European Literature» (1993), through the geo-cultural insights of «Conjectures on World Literature» (2000), «The Slaughterhouse of Literature» (2000) and «Planet Hollywood» (2001) to the quantitative findings of «Style, Inc.» (2009) and the abstract patterns of «Network Theory, Plot Analysis» (2011), the book follows two decades of critical explorations that have come to define – well beyond the expectations of its author – a growing field of unorthodox literary studies that ten years after the publication of the last essay continue to be the object of research and innovation.

Obiettivi e contesto

Il volume che si presenta è la traduzione italiana a cura di Giuseppe Episcopo dei dieci saggi di Franco Moretti divenuti celebri grazie al titolo evocativo, Distant Reading ( ), che ha aperto diverse nuove linee di ricerca. Tra i dieci saggi, due Moretti li tradusse dall’italiano in inglese, rispettivamente, dalla einaudiana Storia d’Italia e da «Micromega». Gli altri otto apparvero in inglese su riviste autorevoli, quali «Modern Language Quarterly», «Critical Inquiry» e «Review», e ben cinque sulla «New Left Review». Nel 2013, il volume fu insignito del prestigioso premio National Book Critics Circle.

In che modo uno storico della letteratura finisce per pensare in termini di analisi del discorso delle componenti principali e coefficienti di clustering? I dieci saggi di Distant Reading hanno portato a un nuovo e spesso contestato paradigma di analisi letteraria. Moretti ricostruisce il suo percorso intellettuale, le influenze teoriche sul suo lavoro, ed esplora le polemiche che spesso si sono sviluppate intorno alle sue posizioni. Dal modello evolutivo di La letteratura europea ( ), attraverso le intuizioni geoculturali di Congetture sulla letteratura mondiale ( ), Il mattatoio della letteratura ( ) e Pianeta Hollywood ( ) ai risultati quantitativi di Stile, SRL ( ) e gli schemi astratti di Teoria delle reti e analisi della trama ( ), il libro segue due decenni di esplorazioni critiche che sono arrivate a definire – ben oltre le aspettative dello stesso autore – un campo in crescita di studi letterari non ortodossi, che a dieci anni di distanza dalla pubblicazione dell’ultimo saggio continuano ad essere oggetto di ricerca e innovazione.

Prima che in italiano, Distant Reading è già stato tradotto in russo ( ) e in tedesco ( ). Trattandosi di un milestone nella storia delle digital humanities, appare ovvio che l’iniziativa della fatica editoriale ricada sul curatore. Peccato, però, che l’interazione tra questi e l’autore si sia limitata alla semplice traduzione. Dei cenni del curatore che fossero andati al di là del risvolto di copertina sarebbero stati interessanti e ancora più interessante sarebbe stata una prefazione dell’autore all’edizione italiana.

Articolazione, contenuto e metodologie

Moretti mette per la prima volta alla prova un modello teorico che rilancia le sfide dell’interpretazione proponendo di esercitare sui testi uno sguardo a distanza: «distant reading, lettura distante, o meglio non lettura, poiché leggere migliaia di testi non sarebbe solo praticamente impossibile, ma anche e soprattutto metodologicamente inefficace» come spiegano Daniele Silvi e Fabio Ciotti ( : 188). L’idea di base è che solo assumendo un punto di vista esterno e distante verso corpora composti da masse di centinaia o migliaia di testi possiamo comprendere e spiegare aspetti quali l’affermazione di uno stile, la presenza di temi e contenuti ricorrenti in un dato periodo storico-letterario, la periodizzazione storica di lunga durata.

Strenuo difensore della lettura ravvicinata (close reading) dei testi e paladino della centralità del testo, Tullio Gregory, uno dei maestri di Moretti, fu tra i primi a proporre la lettura a distanza dei corpora (distant reading). Lo fece già nel 1964 quando fondò il Lessico Intellettuale Europeo. Le questioni sollevate da Gregory ( ) per la storia delle idee, la storia della terminologia scientifica, la traduzione dei testi filosofici e la traduzione degli studi, sono tutti temi che Moretti ha ripreso, compresa la difficoltà di confrontarsi con la letteratura cinese – ho ancora nelle orecchie la divertita domanda di Gregory su come affrontare la sfida di allestire un lemmario basato su 214 radicali cinesi, problema già posto da Athanasius Kircher ( ).

Oggi, quando la tecnologia dell’informazione ha più che mai rivoluzionato l’approccio ai testi e la pratica dell’indagine filosofica e letteraria, credo si possa dire senza temere d’essere contraddetti che il volume di Moretti abbia avuto effetti trasformativi sul modo di fare ricerca umanistica. Si allarga la percezione che i tempi siano maturi per il cambio di paradigma dal confronto sui testi al confronto sui corpora: «La lettura a distanza”, scrive Moretti, , scrive Moretti, è una condizione della conoscenza, perché permette “di focalizzarsi su unità che sono molto più piccole o molto più grandi del testo: dispositivi, temi, tropi – o generi e sistemi» ( : 43).

Nei prossimi anni, una gran massa di testi reperibili, accessibili, interoperabili e riutilizzabili (FAIR) arricchirà i lettori come mai finora. Il fatto che attualmente siano disponibili sull’internet solo poche valide traduzioni inglesi recenti di opere filosofiche ad accesso libero dovrebbe appartenere al passato. Stiamo solo iniziando a renderci conto di come la gestione dei diritti digitali abbia assunto un suo posto di tutto rispetto tra le tecnologie abilitanti fondamentali ( ).

Il canone, sostiene Moretti in Il mattatoio della letteratura, è «selezionato in uno spazio fuori dell’accademia … è selezionato dal mercato» e i «macellai sono i lettori» ed è pertanto «costruito alla cieca» ( : 54). Non importa quali siano le nostre intenzioni, il progetto di ricerca diventa pertanto tautologico: «è così focalizzato su una tecnica canonizzata (canonizzata per una buona ragione, ma non è questo il punto) che nell’universo non canonico si può scoprire solo … l’assenza di canone. Vero ma non banale» ( : 67).

Ma come consentire l’applicazione di esperimenti a corpora veramente massicci, che siano liberi da pregiudizi di selezione? Arianna Betti e Hein van den Berg hanno notato che i lavori di Moretti si svolgono in condizioni interpretative implicite fortemente intrise di teoria. Prendendo ad esempio Stile, SRL ( : 132-157), osservano come il significato di romanzo gotico ( : 154) sia implicitamente all’opera nell’interpretazione dei risultati dell’applicazione degli strumenti di calcolo al corpus. Il significato di gotico in romanzo gotico guida la selezione di un insieme di romanzi all’interno dell’insieme di tutti i romanzi: quelli gotici. Cosa che dimostra come per Moretti il corpus a cui si applicano gli strumenti computazionali sia già concettualizzato in determinate categorie date da una preesistente, implicita modellazione (nel nostro senso) del genere letterario. Di qui la proposta di prendere queste scelte interpretative – le concettualizzazioni implicite in gioco nelle condizioni per così dire ‘esterne’ di applicazione degli strumenti – e renderle quanto più esplicite possibile, renderle interne, costruirle negli strumenti di calcolo fin dall’inizio ( ).

Conclusioni

La COST E-READ Stavanger Declaration concerning the Future of Reading ( ) afferma che la carta e i monitor consentono ciascuno il proprio tipo di elaborazione. Nell’odierno ambiente di lettura ibrido tra carta e monitor, dobbiamo trovare il modo migliore per utilizzare la carta e le tecnologie digitali per tutte le fasce d’età e per tutti gli obiettivi. Moretti ricorda che assieme a Nathalie Philipps era stato pioniere nella progettazione un esperimento con immagini di risonanza magnetica funzionale per testare «l’esistenza di una base neurofisiologica per la tipologia di lettura estensiva e intensiva di Engelsing» ( : 120; ).

La domanda ora è quando e perché i nostri studenti considereranno i vantaggi di passare dalla lettura ravvicinata dei testi alla lettura a distanza dei corpora, seguendo alcuni suggerimenti forniti da Moretti. Ad esempio, grazie alla lettura a distanza del Kant-Index ( ), sappiamo che ciò che rende particolarmente interessante la Wiener Logik è la sua vicinanza alla Kritik der reinen Vernunft. Cosa fanno i nostri dottorandi? «La dimensione del corpus e la velocità degli strumenti di ricerca sono cresciuti ben oltre le aspettative», scriveva Moretti riportando un articolo di Jean-Baptiste Michel et al. ( ), tanto che «oggi, in pochi minuti, possiamo riprodurre le indagini che sono costate a un gigante come Leo Spitzer mesi e anni di lavoro» ( : 160).

Poche settimane dopo l’apparizione di Distant Reading, il convegno DH Luxembourg ( ), che si tenne a Lussemburgo dal 5 al 6 dicembre 2013, su Reading Historical Sources in the Digital Age, è stato incentrato su Distant/Close Reading — Data Retrieval, Analysis and Visualization. Man mano che sul web vengono pubblicate quantità crescenti di dati storici, la prospettiva di fare un uso semplice di questi dati, ad esempio leggendo i PDF sullo schermo o stampandoli per leggerli su carta, sta diventando sempre meno realistica e metodologicamente sostenibile. Quali opzioni sono aperte ai ricercatori e quali sono i problemi metodologici concomitanti? Questione che abbraccia diversi temi, tra i quali: (big) data, text mining e analisi semantica, approcci quantitativi ai dati, analisi di rete, visualizzazione dei dati (incluso GIS) e più in generale i collegamenti tra letture lontane e ravvicinate ( ).

Tra le reazioni da parte del mondo degli studi letterari tradizionali, si ricorda ad esempio quella di Stanley Fish, che ammette che sì, le analisi quantitative possano produrre risultati importanti, ma ricorda come ciò che conti veramente sia l’interpretazione, «che procede da un complesso processo di costruzione di ipotesi, contestualizzazione e formulazione di giudizi da parte del critico» e ancora più radicali le critiche mosse dagli esponenti delle diverse scuole strutturaliste che osservano come «ogni lettura sia un’operazione di disvelamento critico e che dunque non possa intrinsecamente basarsi su dati oggettivi» ( : 198 ss.).

In conclusione, oggi l’aumento della massa di testi storici disponibili digitalmente è in effetti di inestimabile aiuto per chi si occupa di ricerca umanistica. La domanda è: in che modo esattamente? ( ). Il paradigma del distant reading inaugurato da Moretti serve a orientare nella crescente disponibilità di enormi quantità di fonti testuali digitali, nonché la crescente disponibilità di strumenti computazionali e migliori pratiche per l’esplorazione di tali masse di fonti.

References

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