DOI: http://doi.org/10.6092/issn.2532-8816/14814

Questa è la traduzione italiana del Manifest für digitale Editionen, redatto dai partecipanti all’omonimo workshop tenuto il 7 marzo 2022 nell’ambito dell'ottava conferenza annuale dell'associazione "Digital Humanities im deutschsprachigen Raum" (si veda l'abstract su Zenodo ). La versione originale di questo manifesto in tedesco è stata pubblicata l’11 marzo 2022 sul blog della stessa DHd.

Il workshop è stato promosso dall' Institut für Dokumentologie und Editorik per rispondere alla necessità di attirare l'attenzione sugli aspetti problematici nella creazione e conservazione delle edizioni digitali, e con il fine di dare un contributo positivo e costruttivo a quest'ambito di lavoro e di ricerca.

Condividendo queste finalità e preoccupazioni, un gruppo di studiose e studiosi italofoni ha ritenuto opportuno produrre e diffondere una traduzione italiana del Manifesto, al fine di estendere il dibattito su questi temi anche alla comunità scientifica italiana e ne ha proposto la pubblicazione alla rivista Umanistica Digitale, la cui redazione ha accettato convintamente.

La traduzione italiana è stata curata da un gruppo di lavoro composto da Fabio Ciotti, Elena Corradini, Elisa Cugliana, Giulia D'Agostino, Lorenzo Ferroni, Franz Fischer, Maurizio Lana, Paolo Monella, Torsten Roeder, Roberto Rosselli Del Turco e Patrick Sahle.

La versione originale in tedesco è disponibile su https://dhd-blog.org/?p=17563 e una lista di altre versioni in diverse lingue europee su https://www.i-d-e.de/publikationen/weitereschriften/.

Osservazioni preliminari

[1] Le edizioni scientifiche digitali rendono il nostro patrimonio culturale e intellettuale visibile, accessibile e utilizzabile attraverso una rappresentazione criticamente fondata. La produzione di edizioni rappresenta un aspetto fondamentale della ricerca umanistica in quanto esse costituiscono la base per ulteriori ricerche.

[2] Gli oggetti su cui si esercita l’attività ecdotica, insieme agli interrogativi che generano, formano un edendum. I limiti dell'edizione non sono determinati dai limiti delle opere (per esempio letterarie, musicali, pittoriche), dei testi (anche nel più ampio concetto di testo) o dei documenti (per esempio lettere, documenti d'archivio, oggetti, media audiovisivi, dati nativi digitali). In linea di principio, ogni espressione culturale, indipendentemente dalla sua origine, modalità, medialità e materialità può essere oggetto di edizione: può essere un edendum, che viene esaminato criticamente e arricchito di conoscenza nel processo editoriale.

[3] Sulla scia di un cambio di paradigma fondamentale, le edizioni digitali sono ormai la norma in tutte le discipline. Il paradigma digitale ha conseguenze dirette sulla produzione, l'edizione, la riproduzione, l'organizzazione e la circolazione della conoscenza creata nel processo editoriale. Questo richiede un aumento dei requisiti teorico-metodologici, tecnici e organizzativi, che le persone e le istituzioni gestiscono in modo collaborativo e flessibile.

[4] Le edizioni digitali si rivolgono tanto alla comunità scientifica quanto a un pubblico più ampio. Con questo manifesto, i firmatari rispondono alle mutate condizioni del processo editoriale nel paradigma digitale. Il manifesto si rivolge a coloro che si occupano direttamente di progettare edizioni digitali (università, istituzioni di ricerca, tecnologie dell'informazione) e a un pubblico 'esterno', costituito dagli enti finanziatori e dagli utenti. Il manifesto serve da orientamento per tutti coloro che condividono la preoccupazione fondamentale di conservare, analizzare e rappresentare criticamente le fonti, e diffondere il patrimonio culturale.

[5] Le sfide dell'edizione digitale sono intese come una necessità e, allo stesso tempo, un'opportunità. Esse possono essere descritte da quattro punti di vista: i presupposti metodologici, le questioni organizzative, i requisiti fattuali e la dimensione sociale del lavoro interdisciplinare collaborativo.

Presupposti metodologici

[6] La diversità degli oggetti e degli obiettivi editoriali richiede a chi è coinvolto nella preparazione delle edizioni l’applicazione di un’ampia gamma di procedure e competenze. I metodi scientifici dell’ecdotica appartengono a una tradizione di rappresentazioni scientifiche, analisi delle fonti, di critica e ricostruzione del testo in diverse aree della ricerca. Le potenzialità della digitalizzazione e l'uso dei computer hanno portato a un enorme sviluppo dei metodi e a un'espansione delle possibilità di valorizzazione ed elaborazione computazionale dei dati del patrimonio culturale.

[7] Le nuove forme di edizione vanno quindi ben oltre le consuete edizioni a stampa. Non solo le superano per ampiezza e profondità di modellizzazione, ma rendono le decisioni editoriali più trasparenti e permettono usi che vanno al di là della semplice ricezione per fini di lettura. Esse rendono possibile l’aggiunta di ulteriori materiali di ricerca e la realizzazione di forme multiple di riproduzione a differenza dei metodi tradizionali, che sono orientati verso una sola modalità di presentazione. Ciò è dovuto al fatto che nelle edizioni digitali la conoscenza non è codificata a livello tipografico, bensì in forma di dati, il che apre una vasta gamma di possibilità.

[8] L'approccio centrato sui dati rappresenta un cambio di paradigma fondamentale. Permette la creazione di edizioni più ricche in cui gli aspetti e le prospettive più diverse possono essere trattati allo stesso modo e resi fruibili in forme multiple per un pubblico diversificato.

[9] Le edizioni digitali non si caratterizzano solo per le diverse possibilità di connessione e utilizzo dei dati, ma sono interoperabili e integrate in molteplici scenari di utilizzo. In questo modo le edizioni digitali stimolano ulteriori ricerche non solo in quanto pubblicazioni, ma proprio attraverso la possibilità di elaborazione algoritmica dei dati in cui consistono. Il paradigma digitale ha liberato l'edizione dalle limitazioni della stampa. Le edizioni digitali vanno ben oltre il modello tradizionale di edizione del testo e sviluppano potenzialità specifiche. Mentre l'edizione digitale è diventata la forma normale dell'edizione, l'edizione "classica", cioè a stampa, appare come una delle varie realizzazioni e forme di presentazione possibili dell'edizione digitale.

[10] Le edizioni digitali, tuttavia, non sono solo edizioni su un medium diverso. Piuttosto, la digitalizzazione implica che diverse aree relative a metodi e procedure della critica testuale, divenute più complesse, devono essere considerate separatamente ma gestite insieme.

[11] L'edizione è la conoscenza scientifica sulla tradizione, raccolta e organizzata sotto forma di "dati dell'edizione". Allo stesso tempo, l'edizione viene anche pubblicata e fornisce quindi una forma mediatica grazie alla quale la conoscenza inclusa nell'edizione viene condivisa con la comunità degli studiosi, ma anche con un pubblico più ampio. Oltre a queste due tipologie di manifestazione e accanto all'uso ulteriore dei dati, la competenza degli studiosi si estende alle procedure di elaborazione, algoritmi e software. Ciò che tutte queste componenti dell'edizione hanno in comune è che si basano sulla modellazione esplicita della conoscenza del nostro patrimonio culturale e intellettuale. Questa attività di modellazione costituisce una parte importante del lavoro editoriale.

La dimensione organizzativa

[12] Le edizioni digitali sono organizzate e realizzate sotto forma di progetti. Come tali, le edizioni digitali passano attraverso le fasi classiche di un progetto, dalla pianificazione all'implementazione e al completamento. Esiste una tensione tra questo carattere di progetto, che tende al proprio completamento, e le prospettive a lungo termine: le edizioni digitali, infatti, non terminano con la pubblicazione, ma devono essere pensate e pianificate come un processo continuo, aperto, esteso. Questo riguarda il processo editoriale e l'arricchimento progressivo all'interno delle edizioni così come la connessione con l'esterno. La responsabilità editoriale non finisce con la prima pubblicazione. I dati e i metodi di lavoro digitali offrono la possibilità di una più generale partecipazione al processo della conoscenza. A tale fine un prerequisito è la necessità di conservare le edizioni digitali in modo permanente e di mantenerle accessibili.

[13] La pianificazione precede le edizioni, ma è una parte importante del lavoro in un ambiente flessibile durante il corso del progetto. Nella pianificazione si chiariscono gli oggetti e gli obiettivi dell'edizione. Questo determina quali teorie e metodi ecdotici devono essere usati per realizzare il progetto. Nella pianificazione devono essere coinvolti esperti di tutte le aree rilevanti, al fine di identificare e definire i vari requisiti e bisogni. La pianificazione prevede anche obiettivi intermedi concreti, processi, costi e permette di monitorare il progresso del progetto durante la sua realizzazione.

[14] Il progetto ha bisogno di un piano di gestione dei dati di ricerca che tenga conto fin dall'inizio di quali dati appartengono all'edizione e di come possono essere utilizzati internamente ed esternamente, nonché dopo la fine del progetto. In questo contesto, i diritti d'uso dei materiali utilizzati e dei dati da elaborare vanno esplicitati in anticipo. La loro disponibilità deve essere organizzata secondo i principi FAIR (ricercabilità, accessibilità, interoperabilità e riutilizzabilità). È necessario prevedere risorse umane, istituzionali e finanziarie adeguate all’archiviazione e alla disponibilità a lungo termine dei prodotti. Le edizioni digitali pianificate in modo sostenibile progettano tutte le fasi di lavoro tenendo conto di fattori quali l’emergenza climatica e il contesto sociale, e predispongono tutte le misure necessarie già in sede di pianificazione.

[15] Nella realizzazione del progetto, le edizioni digitali hanno bisogno di una gestione professionale. L'implementazione del progetto deve essere flessibile: in particolare, le attività che tendono a variare devono essere affrontate con un approccio iterativo. All'inizio del progetto, la pianificazione viene confrontata con le risorse disponibili e il lavoro viene distribuito secondo le competenze. Vengono forniti strumenti adeguati.

[16] Tra le sfide a lungo termine delle edizioni digitali si possono distinguere disponibilità a lungo termine e archiviazione a lungo termine. Per assicurare la disponibilità a lungo termine delle risorse, si adottano misure adeguate affinché gli ambienti di pubblicazione rimangano accessibili anche dopo la fine del progetto. L'uso continuo delle edizioni aumenta la probabilità che si trovino risorse per garantire tale accessibilità. Per promuovere l'uso a lungo termine, deve essere individuato un referente per la comunicazione e devono essere documentate le procedure per l'archiviazione e l'accessibilità dei dati. Le edizioni digitali vanno archiviate a lungo termine. Istituzioni esterne valutano e certificano l'infrastruttura utilizzata per l'archiviazione. La salvaguardia include una definizione chiara e trasparente delle responsabilità individuali e istituzionali.

Dimensione fattuale

[17] Le edizioni digitali sono prodotti scientifici. Le persone e le istituzioni coinvolte in un'edizione digitale si assumono la responsabilità scientifica del contenuto e della tecnologia e verificano i requisiti minimi di qualità nelle rispettive discipline e aree di ricerca, alla filologia digitale, allo stato dell'arte ed alla progettazione delle interfacce utente.

[18] Le edizioni digitali fanno parte di un discorso scientifico e affrontano un problema di ricerca. Pertanto, rendono accessibili agli utenti il processo di creazione e la riflessione scientifica sottostante.

[19] Le edizioni digitali seguono un paradigma digitale al quale tutti i partecipanti sono orientati. Le edizioni digitali implicano una trasformazione mediale: trasformano una fonte in un oggetto che non solo permette un accesso ragionato alla fonte stessa, ma la rende anche machine readable e processabile algoritmicamente. L'edizione digitale consiste quindi nella creazione di connessioni tra i dati e nella loro elaborazione per la presentazione e l'uso; è "più che dati". Questo significa in particolare che:

Le edizioni digitali devono essere concepite in modo consapevole e modellate tenendo conto degli standard attuali, specialmente quelli specifici del settore.

Le edizioni digitali seguono il principio di input, elaborazione e output e sono quindi, in linea di principio, dinamiche.

Le edizioni digitali sono parte di una rete di informazioni più ampia: contengono collegamenti interni dell'edizione, contenuti incorporati e contenuti esterni accessibili tramite collegamenti all'esterno. I confini del prodotto editoriale e di ciò che è un'edizione sono, in linea di principio, offuscati da mash-up, link esterni e riutilizzo.

Le edizioni digitali sono caratterizzate dall'infrastruttura che le supporta. Sono sempre anche edizioni online.

L'interfaccia fa parte dell'argomentazione scientifica e quindi della riflessione scientifica. Le edizioni digitali contengono arricchimenti, analisi e modalità di presentazione che trasmettono conoscenze al di là dei dati puri. La decisione sull'architettura dell'informazione e le interfacce delle edizioni deve essere presa sulla base degli obiettivi scientifici e non solo sulla base delle possibilità tecnologiche.

[20] Metadati appropriati, diritti d'uso e una codifica conforme agli standard assicurano la reperibilità, riutilizzabilità e disponibilità a lungo termine dei contenuti delle edizioni digitali. Queste ultime rendono quindi espliciti i loro presupposti, dichiarano gli standard utilizzati e indicano le opzioni di riutilizzo, in particolare le interfacce tecniche. Le edizioni digitali sono permanentemente citabili e accessibili.

Dimensione sociale

[21] Sin dalla fase di progettazione, le edizioni digitali richiedono un'equa cooperazione di persone con competenze specifiche nella disciplina umanistica di riferimento, nonché biblioteconomiche, archivistiche, informatiche e informatico-umanistiche. Affinché le edizioni digitali abbiano successo, è indispensabile un dialogo inclusivo, caratterizzato da un linguaggio comune e da una comunicazione fra pari nel rispetto reciproco. È possibile rimediare alle inevitabili mancanze relative ai campi in cui non si è specializzati attraverso lo scambio professionale e la formazione continua. A questo fine, è necessario stanziare risorse specifiche in fase di pianificazione.

[22] I partecipanti ottengono un adeguato riconoscimento scientifico per ogni attività svolta nel contesto di un'edizione digitale, in relazione ai loro effettivi contributi. Anche i dati, i modelli di dati e il software di ricerca sono degni di essere pubblicati. Essi conducono ad una co-autorialità nella pubblicazione dell'edizione digitale. I collaboratori coinvolti nelle edizioni digitali acquisiscono competenze specifiche potenzialmente trasferibili al di fuori del singolo progetto di edizione.

[23] Tutte le persone coinvolte, le loro responsabilità e i loro contributi devono essere identificabili in modo permanente. Tutte le aree di competenza sono riconosciute come parte integrante del lavoro scientifico.

[24] Le edizioni digitali sono imprese collaborative complesse, con molti collaboratori di diverse istituzioni e settori. La distinzione tra attività scientifiche e non scientifiche non è proficua. Tutti i contributi sono da valorizzare e riconoscere. Il loro successo si basa sull'ispirazione reciproca di diverse competenze e orizzonti di conoscenza. I presunti requisiti tecnici sono il risultato di specifiche operazioni intellettuali che sfidano gli impliciti delle discipline umanistiche, così come i problemi umanistici richiedono soluzioni tecniche nuove e creative. Questo è uno dei motivi per cui tutti i partecipanti lavorano insieme nel rispetto reciproco e alla pari.