DOI: http://doi.org/10.6092/issn.2532-8816/15089

Abstract

Il contributo di Franco Moretti presenta, in cinque saggi, lo stato dell'arte delle ricerche sugli studi quantitativi in letteratura. A vent'anni di distanza dall'introduzione del concetto di distant reading, l'autore si interroga su come siano cambiati gli studi umanistici e quale sia il posto delle digital humanities nel panorama scientifico attuale. Tempo di bilanci, dunque, e di riflessioni dalle quali proseguire il cammino che dovrebbe condurre, negli auspici di Moretti, a consolidare una teoria letteraria, ancora non realizzata, delle digital humanities.

Franco Moretti's volume presents, in five essays, the state of art of research on quantitative studies in literature. Twenty years after the introduction of the concept of distant reading, the author investigates how humanities studies have changed and what is the place of digital humanities in the current scientific panorama, by tracing the journey that should lead to consolidating a literary theory of the digital humanities.

Obiettivi e contesto

Nel volume, uscito per nottetempo nel gennaio 2022, Franco Moretti tenta un bilancio della sua attività di ricerca degli ultimi vent'anni, ripercorrendo la strada che ha dato forma di realtà ( :10) ai suoi studi quantitativi sulla letteratura. Una scommessa ( :11) – come la definisce lo stesso studioso – vinta? L'autore non fornisce una risposta netta, arrivando a definire il percorso, il movimento compiuto, falso: «si è partiti, e poi […] la meta ha via via perso importanza rispetto a ciò che si intravedeva ai lati della strada. Ora è tempo di volgersi indietro […] per capire se – nelle ragioni che avevano condotto alla svolta quantitativa – vi fosse qualcosa di importante che abbiamo mancato» ( :11).

La svolta quantitativa, come è noto, prende avvio dal concetto del distant reading, secondo cui «la distanza […] è una condizione conoscitiva perché permette di concentrarsi su unità che sono molto più piccole o molto più grandi di un testo: tecniche, temi, tropi, oppure generi e sistemi» ( :33). La ricezione di questa metodologia è ormai consolidata, come suggeriscono le parole del 2018 di David Rheams, ricercatore alla University of Texas at Dallas: «The humanities and social sciences are familiar sites of quantitative textual analysis. Franco Moretti’s concept of distant reading describes a process of capturing a corpus of texts to find cultural trends through thousands of books» ( :63).

Le considerazioni dell'autore partono dai concetti fondamentali della critica letteraria novecentesca, primo fra tutti quello di forma, definita come «ciò che caratterizza la sfera estetica in quanto lavoro, produzione, intervento sulla realtà. Si perde la forma», continua Moretti, «si perde la dimensione sociale della letteratura e la si riduce ad uno scialbo riflesso» ( :11). La sfida per consolidare la nuova teoria letteraria è, quindi, quella di far coesistere formalismo letterario e analisi quantitativa, senza ridurne le complessità.

Articolazione, contenuto e metodologie

Il volume è composto da saggi risalenti agli ultimi anni di ricerca di Moretti, alcuni dei quali già editi in contesti differenti: il primo, La strada per Roma, è parte di Critica sperimentale. Franco Moretti e la letteratura, Carocci, Roma 2021; Vedere e non vedere è stato pubblicato su Ácoma nel 2020; Simulazioni, forme, storia risale ad un intervento dato alle stampe nel 2021 per gli Atti del convegno Compalit 2019; Il quantitativo come promessa e come problema è apparso per la prima volta sulla rivista Intersezioni nel 2021.

Nei cinque saggi si coniugano considerazioni sulle analisi quantitativo-letterarie a metodologie più tradizionali, cercando di coglierne punti di contatto e divergenze. In La strada per Roma Moretti tenta una sintesi tra l'analisi interpretativa del testo e quella quantitativa, evidenziandone infine l'impossibilità di collaborazione . In Eccezioni, norme, casi limite, Carlo Ginzburg lo studioso riflette sui concetti di singolarità, anomalia e tipicità nell'opera Il formaggio e i vermi di Carlo Ginzburg, affiancandovi un'analisi quantitativa che cerca di costruire «un ponte dalle frequenze alle forme» ( :43). Anche in questo caso, lo studio si conclude con alcune riflessioni sull'incompatibilità tra le due metodologie per «capire perché certi metodi restino caparbiamente irriducibili gli uni agli altri» ( :54). Moretti riflette sulla forma letteraria della tragedia nel saggio Simulazioni, forme, storia, nel quale riporta un suo esperimento sull'utilizzo di un algoritmo per l'estrazione di reti da opere teatrali e la creazione di un sistema periodico delle reti drammatiche . Il tema della visualizzazione in rapporto alla morfologia è affrontato in Vedere e non vedere: qui Moretti evidenzia come i metodi quantitativi possano essere utilizzati per leggere grandi volumi di testi, usando mappe, grafici e alberi come forme di rappresentazione astratta e per la creazione di nuovi percorsi di analisi. Il volume si conclude con il saggio Il quantitativo come promessa e come problema, nel quale si riflette sullo stato dell'arte e si tracciano prospettive future per le digital humanities.

Conclusioni

Come suggerisce Matthew Kirschenbaum, ricercatore alla University of Maryland, «a typical problem for Moretti might ask what we can learn about the history of the novel by studying data about publication trends for hundreds of novels over the course of a century» ( :3). Franco Moretti cerca, tramite il volume, di rispondere a questa domanda, riportando casi di studio e ponendosi, a sua volta, altri interrogativi: «è cambiata la nostra conoscenza della letteratura? E cambiata come?» ( :134). La riflessione che ne scaturisce si rivela particolarmente interessante per possibili sviluppi delle digital humanities. Anzitutto si rileva l'importanza del concetto di forma del testo, una delle milestones che va preservata per impedire la perdita della complessità e della profondità nella ricerca testuale. Inoltre, l'autore riconosce nella mancanza di equilibrio tra le due anime della disciplina uno dei suoi maggiori punti di debolezza e una della principali ragioni per cui, ad oggi, una teoria letteraria è ancora assente: «con l'avvento dei database e degli algoritmi, l'aspetto statistico si è […] ingigantito, e la sua capacità di generare risultati […] lo ha portato a dominare il concreto procedere della ricerca. Efficientissima e piena di sorprese, la nuova pratica sembrò bastare a se stessa […]. Non si sentiva alcun bisogno di teoria. E dunque, non c'è stata alcuna teoria» ( :147). Per consentire una svolta quantitativa nella critica letteraria è necessario affrontare un momento di riflessione e teorizzazione affinché i singoli cambiamenti apportati dalle digital humanities approdino ad un unico cambiamento strutturato. Fabio Ciotti condivide l'idea di porre l'analisi quantitativa di Moretti alla base di una nuova teoria letteraria, «una base teorica interna agli studi letterari che interagisc[a] con due fenomeni per così dire esterni» sviluppando «anche in ambito umanistico, […] tecniche e strumenti di big data analysis, che fino a pochi anni addietro erano appannaggio di ambiti disciplinari assai distanti come le scienze fisiche, biomediche e parti di quelle economiche» ( :5).

Al netto della riconosciuta necessità di una teoria letteraria per le digital humanities, come può essere sviluppato questo obiettivo? Una teoria letteraria può essere elaborata a partire dal concetto di formalismo quantitativo analizzato nel volume? L'autore non fornisce una risposta, ma spunti dai quali ricominciare il percorso, in un falso movimento che potrà condurre a nuove strade e nuove visioni.

References

  1. Ciotti, Fabio. 2017. Modelli e metodi computazionali per la critica letteraria: lo stato dell'arte. In L’Italianistica oggi: ricerca e didattica. Atti del XIX Congresso dell’ADI - Associazione degli Italianisti (Roma, 9-12 settembre 2015). http://www.italianisti.it/Atti-di- Congresso pg=cms&ext=p&cms_codsec=14&cms_codcms=896.

  2. Kirschenbaum, Matthew. 2007. The remaking of reading: Data mining and the digital humanities. In The National Science Foundation symposium on next generation of data mining and cyber-enabled discovery for innovation. Baltimore: MD.

  3. Moretti, Franco. 2020. A una certa distanza. Leggere i testi letterari nel nuovo millennio. Roma: Carocci Editore.

  4. Moretti Franco, 2022. Falso movimento. La svolta quantitativa nello studio della letteratura. Milano: nottetempo.

  5. Rheams, David. 2018. Creating an Influencer-Relationship Model to Locate Actors in Environmental Communications, in Research Methods for the Digital Humanities, edited by Lewis Levenberg, Tai Neilson, Davi Rheams. https://doi.org/10.1007/978-3-319-96713-4_5.