Elaborazione di dati semi-strutturati: ipotesi implementative e casi d’uso tratti da testi in inglese antico
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2532-8816/12598Parole chiave:
Filologia digitale, Edizioni digitali, Codifica XML/TEI, Ontologie, Information retrieval, Filologia germanica, Lingua e letteratura anglosassone, Cronaca Anglosassone, Vercelli BookAbstract
Per quanto EVT si sia pian piano evoluto in uno strumento versatile e potente per la pubblicazione di fonti e testi letterari sulla base del formato XML/TEI, nessuna delle modifiche – e periodiche riscritture – della sua base di codice ha cambiato significativamente il modo in cui vengono trattati i dati dell’edizione. Ancora oggi, infatti, l’obiettivo è quello di visualizzare e navigare tali dati, senza dubbio in maniera sofisticata (gestione dei livelli di edizione, delle named entities, del rapporto testo-immagine), ma limitandosi in ogni caso a queste che potremmo definire funzionalità di base per una DSE. I testi codificati in XML/TEI, viceversa, rappresentano un potenziale tesoro di informazioni che attende solo di essere interrogato e messo a disposizione dell’utente. In questo articolo individuo tre casi d’uso – l’elaborazione dei dati relativi ai caratteri speciali inseriti per mezzo della <charDecl> e <g>; la gestione di named entities, realia e altri elementi del testo; l’uso di ontologie all’interno di un documento XML/TEI – relativi a testi letterari in inglese antico per proporre una codifica TEI e una successiva elaborazione che permetta all’utente di ricevere risposte a interrogazioni complesse, query trasversali che implicano collegamenti incrociati fra tipi diversi di elementi.
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