Verso il trattamento automatico della tradizione manoscritta del liber di Catullo
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2532-8816/8135Parole chiave:
Catullo, Centro Studi Catulliani, TEI, Digital critical edition, EVT, CEED, OverlapAbstract
L’assenza di edizioni native digitali di testi classici a tradizione complessa ha indotto molti ad interrogarsi sulle ragioni di questa lacuna nelle DH. A fronte di alcune risposte e possibili soluzioni, questo articolo presenta un caso di applicazione di tecnologie esistenti alla tradizione manoscritta di Catullo, che si compone di circa 130 codici e presenta notevoli problemi paleografici, filologici e genetici. Il lavoro di collazione e spoglio di tutti i testimoni, portato avanti da un gruppo di ricerca afferente al CSC, ha permesso di individuare alcune delle cruces che l’editore classico si trova ad affrontare in ambiente digitale e ha altresì mostrato la distanza che separa l’edizione critica di un testo classico, così come si è canonicamente definita in seno alla filologia novecentesca, e l’edizione critica digitale di un testo classico: se da un lato infatti l’edizione critica cartacea ha una concretezza e un’uniformità che mancano a quella digitale, ma talvolta non consente la piena verificabilità dei dati, l’edizione digitale potrebbe consentire un controllo più puntuale e garantire un più alto grado di scientificità del lavoro dell’editore, permettendo di rinnovare profondamente il contesto di studi; tuttavia, gli strumenti attualmente esistenti talvolta si dimostrano inadeguati. Questo articolo offre qualche esempio e spera di stimolare una discussione proficua.
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