Ripensare i formati, ripensare i metadati: prove “tecniche” di conservazione digitale

Autori

  • Nicola Barbuti Università di Bari Aldo Moro

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2532-8816/9055

Parole chiave:

Digital Cultural Heritage, Metadati, Risorse digitali culturali, Digital Libraries, Ecosistema digitale culturale

Abstract

La rivoluzione digitale porta con sé la sfida più complessa della contemporaneità. Il digitale ha trasformato completamente le modalità di produzione, trasmissione e condivisione del sapere e il nostro modo stesso d’interagire con esso. Diventa ineludibile ripensare il digitale e la digitalizzazione quali espressioni sociali e culturali dell’epoca contemporanea. Il che comporta la necessità di ripensare i dati digitali in quanto entità culturali prodotte dalle società, e non più quali meri strumenti di semplificazione della gestione amministrativa o surroghe virtuali del patrimonio culturale analogico. Diviene urgente intraprendere serie politiche finalizzate a garantirne la conservazione non solo degli aspetti formali, ma soprattutto degli aspetti strutturali e descrittivi che ne qualificano e identificano i processi creativi ed evolutivi, e ne giustificano il ruolo di testimoni e memoria storica da trasferire nell’integrità dei processi nel tempo e nello spazio. Il presente contributo intende proporre una ridefinizione strutturale dei dati digitali, finalizzata a conferirgli caratteristiche utili a configurarli quali risorse culturali tramite cui conoscere i processi che caratterizzano l’era digitale contemporanea, affidando ai metadati la funzione di fonti primarie cui le generazioni future potranno accedere per leggerne, studiarne, condividerne e riusarne le informazioni.

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Pubblicato

2019-05-27

Come citare

Barbuti, N. (2019). Ripensare i formati, ripensare i metadati: prove “tecniche” di conservazione digitale. Umanistica Digitale, 3(5). https://doi.org/10.6092/issn.2532-8816/9055

Fascicolo

Sezione

Articoli