The Index Thomisticus as a Big Data Project

Autori

  • Geoffrey Rockwell University of Alberta, Canada
  • Marco Passarotti Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2532-8816/8575

Parole chiave:

Digital Humanities, Infrastructure, Busa, Concordance, Index Thomisticus, Project Management, History of DH

Abstract

Come Rob Kitchin ricorda, le Digital Humanities (DH) hanno sempre dimostrato interesse nei confronti della costruzione di infrastrutture di ricerca (Kitchin 2014, Loc. 222 of 6164). Immaginare come tecnologie emergenti potessero venire prima applicate a questioni di area umanistica e, quindi, estese ad altri usi a livello infrastrutturale ha rappresentato uno dei tratti distintivi del settore, che si è sviluppato attraverso progetti che hanno messo alla prova dei fatti l'applicazione di nuove tecnologie computazionali a problemi di area umanistica. Siffatta sperimentazione iniziò con il progetto dell'Index Thomisticus (IT) di padre Busa (Busa 1980; Winter 1999; Busa 1974-1980). Quello dell'Index Thomisticus fu non solo il primo, ma anche uno dei più grandi progetti di sempre nell'area delle DH, benchè esso possa essere considerato “piccolo” alla luce degli standard attuali. Il progetto durò 34 anni e al proprio picco (1962) includeva nello staff 70 persone, tutte ospitate presso una ex fabbrica tessile di Gallarate. Per quei tempi, costoro si trovavano a lavorare su “big data” (di veramente notevole dimensione) e l'infrastruttura che miravano a costruire non aveva precendenti. Se si vuole comprendere a fondo cosa significhi avere a che fare oggi con grosse infrastrutture, è necessario guardare agli inizi del settore e all'emergere di progetti come l'Index Thomisticus. Questo articolo studia il progetto di Busa intendendolo come un mezzo utile a riflettere sui grandi progetti e sulle infrastrutture nelle DH. L'articolo discute brevemente la storia del progetto dell’IT e, più in generale, dei progetti di DH. Ci chiediamo come si possano indagare i progetti di ricerca quali portatori di idee. Quindi, l'articolo tratta aspetti particolari del progetto dell'IT che riguardano i progetti di DH in generale. Nello specifico, ci concentriamo su come il progetto fu comunicato e concepito, oltre che sulle innovazioni che esso portò nel campo del trattamento automatico dei dati. Infine, l'articolo riflette in merito alle lezioni che il progetto dell'IT ancora oggi può insegnare, in un momento in cui i “big data” sono divenuti una sorta di fine in sè stesso. Ci domandiamo cosa possiamo imparare dall'attenzione minuziosa per i dati dimostrata da Busa, alla luce delle tentazioni odierne sollevate dall'acquisizione automatica dei dati.

Pubblicato

2019-05-27

Come citare

Rockwell, G., & Passarotti, M. (2019). The Index Thomisticus as a Big Data Project. Umanistica Digitale, 3(5). https://doi.org/10.6092/issn.2532-8816/8575

Fascicolo

Sezione

Articoli